"Io porto la mia macchina fotografica ovunque vada.
Avere un nuovo rullino da sviluppare mi dà una buona ragione per svegliarmi alla mattina."
Andy Warhol

giovedì 26 gennaio 2012

Obiettivo DECENTRABILE.

Che cosa è?
Un obiettivo decentrabile permette di effettuare correzioni prospettiche delle foto in fase di ripresa spostando il centro del gruppo ottico rispetto al centro del supporto di registrazione (pellicola o trasduttore digitale) mantenendo l'asse ottico normale al piano focale. Un obiettivo basculabile consente il controllo della profondità di campo (controllo accessorio rispetto a quello ottenibile mediante la regolazione del diaframma) tramite l'inclinazione dell'asse ottico rispetto al piano focale.

Le sue tre modalità di impiego: 
  • Decentramento regolando il decentramento dell'obiettivo è possibile correggere le verticali convergenti ed eliminare riflessi od oggetti non desiderati dall'immagine. 
  • Basculaggio regolando il meccanismo di basculaggio è possibile mantenere a fuoco l'intero soggetto oppure solo alcune aree dell'immagine in base agli elementi che si desidera mettere in evidenza.
  • Decentramento + basculaggio è possibile unire le due modalità di impiego. Applicando la correzione del basculaggio e del decentramento si garantisce che, nonostante il soggetto non sia parallelo alla fotocamera, il passaggio o la sagoma del soggetto sia a fuoco e le verticali siano dritte.
Decentramento:

L'immagine a sinistra è stata scattata senza regolazione del decentramento. Nell'immagine a destra sono state corrette le verticali convergenti attraverso la regolazione del decentramento.
L'immagine a sinistra è stata scattata senza regolazione del decentramento. A destra, con la regolazione del decentramento, è stato possibile evitare i riflessi al momento dello scatto del prodotto.
L'immagine a sinistra è stata scattata senza regolazione del decentramento. L'immagine a destra è stata corretta con il decentramento al momento dello scatto: ruotando l'obiettivo di 90 gradi, la regolazione del decentramento consente di evitare gli ostacoli in caso di posizione di ripresa statica.
Basculaggio: 

L'immagine a sinistra è stata scattata senza regolazione del basculaggio. L'immagine a sinistra è stata scattata con la regolazione del basculaggio. Regolando il meccanismo di basculaggio, è possibile mettere a fuoco percorrendo tutta la scala.
L'immagine a sinistra è stata scattata senza regolazione del basculaggio. A destra, basculando, è stata aumentata notevolmente la profondità di campo.
Si può usare anche il meccanismo all'inverso. L'immagine a sinistra è stata scattata senza regolazione del basculaggio. A destra, l'utilizzo del meccanismo di basculaggio ha limitato la profondità di campo su un unico punto specifico al fine di mettere in evidenza un particolare.
Decentramento + basculaggio: 

L'immagine a sinistra è stata scattata senza regolazione del decentramento e del basculaggio. A destra,  Regolando il basculaggio e il decentramento, la linea della messa a fuoco può essere impostata in rapporto alla linea dei prodotti ed è possibile correggere le verticali.    
Ecco alcuni obiettivi decentrabili: 
File:24mmPCleft.jpg
Olympus 24 mm f/3.5 Zuiko-Shift. 10 mm di decentramento massimo. 
File:28mm-PC.jpg
Nikon 28 mm f/3.5 PC-Nikkor. 11 mm di decentramento massimo. 
File:Arax 35mm TS on Cano eos 40D.jpg
Arax 35 mm.
File:Canon TS-E24mm F3.5L.jpg
Canon TS-E24mm f/3.5L. 11 mm di decentramento massimo. 8° di raggio d'inclinazione massimo.
Minolta 35 mm f/2.8. 11 mm di decentramento massimo.
File:PA-Curtagon.jpg
Schneider 35 mm f/4 PA-Curtagon. 7 mm di decentramento massimo.
File:28mm-SMC-Pentax-Shift.jpg
Pentax 28mm f/2.8 SMC.
File:Pentaxshift.jpg
Pentax 6x7 75 mm f/4.5. 20 mm di decentramento massimo. 
File:MC ARAX 2.8 35mm Tilt & Shift lens.jpg
Pentax Arax 35 mm f/2.8 TS.
Fonti: Wikipedia, Nikon, Canon.

mercoledì 25 gennaio 2012

Bepi Ghiotti.

Del fondo "Raccolta antologica" del Museo della Fotografia Contemporanea mi ha colpito questa fotografia di Bepi Ghiotti, mi sono documentata su di lui e devo dire che mi sono piaciuti molti dei suoi lavori (di cui parlerò qui sotto).
La "Raccolta antologica" accoglie opere fotografiche e video di autori diversi, sia italiani che stranieri. Comprende una sezione storica e una più ampia sezione contemporanea. E’ un fondo in fieri che si è venuto formando a partire dal 2004. In particolare la sezione contemporanea è un insieme volutamente e necessariamente variegato di opere di importanti protagonisti della ricerca artistica contemporanea sia italiana che internazionale. 
Presenti 191 stampe e light box con datazione 1910 - 1950.


Loire, 2008.
Il fotografo torinese presenta al Castello di Rivara, la mostra "Sorgenti" curata da Franz Paludetto e Diletta Benedetto. 
Con "Sorgenti" il lavoro che sancisce il suo ingresso, dopo molti anni di ricerca personale, nel sistema dell'Arte. 
Sono lavori fotografici di grandi dimensioni che in un intreccio di tecnica e contenuto mettono a nudo l'essenziale, l'origine, la sorgente: il punto, unico, dal quale tutto ha inizio. 

Qui di seguito un video dove parla Bepi Ghiotti spiegando il suo lavoro.


"Mi piace fare anche SetteMila chilometri, arrivare e fare una fotografia, magari aspettando la luce giusta, lasciando la macchina sul cavalletto.. " B. Ghiotti.

Castello di Rivara, Mostra Sorgenti.

Ebro, 2008.

Elbe, 2010.

Euphrates, 2011.

Rhine, 2008.

Seine, 2007.

Thames, 2009.

Tigris - Birkleyn, 2011.

Tigris - Hazar, 2011.


Curiosa questa foto del suo lavoro "Vorrei". 
E' interessante il gioco tra la parola e il soggetto fotografato.











Luigi Ghirri.

"Per lui la fotografia era un lavoro del pensiero, come la filosofia e la poesia. E rientrava in una attività che è sempre esistita, quella di formarci immagini del mondo, che siano una misura dell’esperienza” Cit. Gianni Celati.


Dedico qualche riga in più al Maestro della Fotografia..


Luigi Ghirri è tra gli autori più importanti e influenti nel panorama della fotografia contemporanea, di cui rappresenta e costituisce un importante punto di riferimento.
La sua produzione fotografica è ormai considerata di valore universale. Per il cambiamento che ha impresso al modo di rappresentare il paesaggio nel corso degli anni, si può infatti parlare, a proposito della sua opera, di un vero e proprio patrimonio culturale.

Attraverso ricerche che hanno visto Luigi Ghirri al centro di un animato dibattito culturale sul significato dei luoghi della vita dell’uomo e sul ruolo che la fotografia può svolgere per una loro più autentica conoscenza, il fotografo emiliano ha svolto una lunga e profonda riflessione sul tema del paesaggio, raggiungendo una essenzialità da intendersi come riflesso e misura dei caratteri del paesaggio italiano e dell’architettura dei suoi luoghi.
Inoltre le fotografie di Ghirri hanno cambiato il modo di intendere la fotografia di architettura, definendo un punto di vista particolare oltre lo specialismo.
Restituiscono, infatti, un’immagine dei luoghi, dove lo sguardo del fotografo registra il risultato inatteso dell’incontro tra l’artificio del progetto, la città storica e il dato naturale, costruendo di fatto paesaggi capaci di suscitare atmosfere impreviste ed emozionali.


Fotografie presenti al Museo di Fotografia Contemporanea dal fondo "Lanfranco Colombo".
L’importante fondo comprende fotografie, documenti, libri che, nel loro insieme, rispecchiano la trentennale attività della galleria Il Diaframma di Milano, diretta da Lanfranco Colombo (Milano, 1924), “pioniere della fotografia italiana”, noto organizzatore culturale, editore, gallerista. La raccolta di fotografie è assai eterogenea e comprende grandi maestri della fotografia storica e contemporanea, italiani e stranieri, giovani, professionisti, dilettanti, abbracciando ogni area della fotografia, dal reportage alla ricerca artistica, dalle produzioni professionali (moda, pubblicità, sport) a quelle fotoamatoriali.

Rimini, dalla serie "Italia ailati", 1976.
Milano, Porta Venezia, 1974.
Bologna, Villa nei presso Gaiana, dalla serie "Il profilo delle Nuvole",  1985.

Dal Fondo "Archivio dello Spazio" 
Realizzate da tutti i più importanti fotografi contemporanei di paesaggio italiani durante le campagne fotografiche del progetto Archivio dello spazio, nell’ambito del progetto Beni Architettonici e Ambientali della Provincia di Milano, le fotografie comprese in questa raccolta offrono una articolata lettura del complesso territorio della provincia di Milano, nel quale convivono spesso in modo contraddittorio architetture di valore storico, costruzioni industriali e postindustriali, aree urbanizzate in via di trasformazione. 
Macherio, 1987.
Macherio, 1987.
San Zenone al Lambro, 1990.

Dal Fondo "Viaggio in Italia".
Il fondo raccoglie la maggior parte delle fotografie dell’innovativo progetto del 1984 dal titolo Viaggio in Italia, ideato da Luigi Ghirri e curato da Ghirri stesso, Gianni Leone e Enzo Velati. Il progetto è considerato una pietra miliare per la storia della fotografia contemporanea italiana, una sorta di “manifesto” di quella che, nata nei primi anni Ottanta, sarebbe diventata una importante tendenza della ricerca fotografica del nostro paese riconosciuta a livello internazionale: la “scuola di paesaggio italiana”.

Alpi di Siusi, Bolzano, 1979.
Laguna di Orbetello, Grosseto dalla serie "Un piede nell’Eden", 1974.

martedì 24 gennaio 2012

Enzo Nocera.

Premessa, mi piacciono la maggioranza delle sue foto. :D 
Al Museo di Fotografia Contemporanea sono presenti 55.089 suoi lavori, tra stampe, diapositive e negativi.
Il fondo "Enzo Nocera" comprende tutta l’opera del noto ritrattista e fotografo sociale e industriale Enzo Nocera (Milano 1944 – 1993). L’insieme delle immagini è di notevole importanza artistica ma anche storico-sociologica in quanto documenta molti temi del lavoro, della società, del costume della città di Milano del periodo. La maggior parte delle fotografie sono realizzate secondo il metodo del ritratto in posa, ambientato oppure costruito in studio, impostato in modo volutamente classico.

Mi soffermo su 3 fotografie in cui il Fotografo crea un ritratto di un monte, fotografandone i particolari.


Da Camogli a Levanto via bosco, dalla serie Ritratto del Monte, 1974.

Da Camogli a Levanto via bosco, dalla serie Ritratto del Monte, 1974.

Da Camogli a Levanto via bosco, dalla serie Ritratto del Monte, 1974.

Giovanni Chiaramonte.

Studiare i mutamenti dell'ambiente non significa esattamente inseguire delle tracce, ma scegliere punti d'osservazione efficaci; luoghi che per l'intrinseca espressività costituiscono il correlativo degli stati d'animo. In questo senso, nel lavoro di Giovanni Chiaramonte - fotografo, scrittore, critico, editore, insegnante - è possibile parlare di visioni, di paesaggi e architetture che vivono nella sensazione. Immagini che solo marginalmente svolgono funzioni didascaliche mentre setacciano e delimitano un possibile dominio dello sguardo dove l'esplorazione del paesaggio, del rapporto stesso tra natura e architettura diventa indagine del rapporto tra spazio e identità dell'uomo. Quel che dovrà emergere allora, è l'elemento "affettivo" del guardare, il rapporto cioè tra la realtà e la disposizione dell'animo. Questa espressività del paesaggio, sempre più interiorizzato e concentrato, sembra attivata, come un diapason, dall'intensa spiritualità e dall'inquietudine esistenziale che caratterizza tutto il lavoro di Chiaramonte. 

Il lavoro di Chiaramonte è presente in diversi fondi del Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello.
 
Fondo "Archivio dello spazio". (Vedi Archivio dello spazio, Bruna Biamino)

Vittuone, 1994.
Fondo "Città di Cinisello".
Le fotografie comprese nel fondo sono state commissionate dal Comune di Cinisello Balsamo in due diverse campagne fotografiche. Riguardano la società cinesellese, dal lavoro a momenti di vita quotidiana, le architetture storiche, in particolar modo Villa Ghirlanda, il paesaggio urbano in trasformazione negli ultimi quindici anni del Novecento.
Presenti 526 stampe con datazione 1988-2002.


Campi tra Cascina Nipozza e alloggi ALER, Cinisello Balsamo, 1998.
Zona industriale, Ombra sul campo, Cinisello, 1998.
Fondo "Viaggio in Italia".
Il fondo raccoglie la maggior parte delle fotografie dell’innovativo progetto del 1984 dal titolo Viaggio in Italia, ideato da Luigi Ghirri e curato da Ghirri stesso, Gianni Leone e Enzo Velati. Il progetto è considerato una pietra miliare per la storia della fotografia contemporanea italiana, una sorta di “manifesto” di quella che, nata nei primi anni Ottanta, sarebbe diventata una importante tendenza della ricerca fotografica del nostro paese riconosciuta a livello internazionale: la “scuola di paesaggio italiana”.
Sono presenti 199 stampe con datazione 1974-1983.



Mottarone, Novara, 1980.

lunedì 23 gennaio 2012

Vittore Fossati.

"E' forse il fotografo che oggi in Italia ha saputo dare continuità alla cosiddetta "scuola ghirriana". Come in Ghirri, la fotografia di Fossati rimanda, sempre, al tema dello sguardo, alla cultura della rappresentazione visiva di un determinato luogo". (W. Guerrireri).


Fotografie che fanno parte dell' "Archivio dello spazio". (vedi Archivio dello spazio in Bruna Biamino).


Rosate, 1994.

Calvignasco, 1995.

Calvignasco, 1995.

Cornaredo, 1991.

Milano, Fiume Lambro, 1992.

Fiume Lambro, Milano 1992.

Fiume Lambro, Milano, 1992.
Alcune foto sono presenti nel fondo "Viaggio in Italia".
Il fondo raccoglie la maggior parte delle fotografie dell’innovativo progetto del 1984 dal titolo Viaggio in Italia, ideato da Luigi Ghirri e curato da Ghirri stesso, Gianni Leone e Enzo Velati. Il progetto è considerato una pietra miliare per la storia della fotografia contemporanea italiana, una sorta di “manifesto” di quella che, nata nei primi anni Ottanta, sarebbe diventata una importante tendenza della ricerca fotografica del nostro paese riconosciuta a livello internazionale: la “scuola di paesaggio italiana”.
Sono presenti 199 stampe con datazione 1974-1983.


Oviglio, Alessandria, 1981.
Altre fanno parte del fondo "Storie immaginate in luoghi reali".
Il fondo raccoglie le opere prodotte da otto artisti contemporanei italiani ed europei all’interno di un incarico del Museo di Fotografia Contemporanea. Le ricerche fotografiche si sono volte in otto luoghi storici e naturalistici della Lombardia. Il titolo indica che i diversi luoghi suggeriti dalla committenza hanno costituito altrettante occasioni per gli artisti per sviluppare i loro diversi progetti in piena libertà. In questa luce, la committenza diventa un ambito di promozione della ricerca contemporanea.
Sono presenti 77 stampe e video dell'anno 2007. 


 Villa Menafoglio Litta Panza di Biumo, 2007

Villa Menafoglio Litta Panza di Biumo, 2007

Altre foto che ho trovato molto interessanti dello stesso autore sono state scattate per "Linea di Confine". 
A seguito dell’apertura dei cantieri per la costruzione della linea ad alta velocità/alta capacità, sul tracciato Bologna-Milano, dal 2003 Linea di Confine organizza una serie di indagini e Laboratori di Fotografia con autori di importanza internazionale e giovani autori italiani.


Nel 2006, Vittore Fossati ha ricevuto da Linea di Confine, l'incarico di realizzare un'indagine fotografica sul paesaggio naturale in prossimità di alcune opere infrastrutturali in fase di completamento. 

Dopo una serie di ricognizioni fatte a Fontanellato e poi a Somaglia, dove sono state costruite le due gallerie artificiali del tracciato, l'attenzione di Fossati si è alla fine orientata sui ponti del fiume Taro e del fiume Po. Il paesaggio fluviale del Po, nelle vicinanze della costruzione del ponte strallato, è sembrato essere uno dei punti chiave per la percezione del paesaggio che si stava delineando attorno ad una delle opere principali della tratta Bologna Milano, un luogo simbolico per la cultura italiana, dove dal dopoguerra, registi, scrittori e fotografi sono spesso ritornati per trovare un senso a cambiamenti di natura epocale.
Vittore Fossati, certamente uno degli autori più rappresentativi della stagione fotografica degli anni Ottanta, immune da un certo spettacolarismo, ci conduce in una paziente opera di ricostruzione del paesaggio, che è innanzitutto etica, oltre che visiva. Un'opera la cui necessità è avvertita ogni qualvolta si abita in uno spazio, si costruiscono case, ci si interroga sulle proprie vite, in una provincia che è sempre più "provincia del mondo".







Altra fotografia che mi ha colpito è questa qui di seguito. Appartiene a UnescoItalia I siti patrimonio mondiale nell'opera di 14 fotografi, a cura del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
In occasione del Forum UNESCO per la Cultura e le Industrie Culturali, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha presentato, presso il Serrone della Villa Reale di Monza, la mostra di fotografia contemporanea UNESCOITALIA che si propone di diffondere conoscenze, interpretazioni, emozioni sui luoghi iscritti nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO, la cui missione e' di identificare, proteggere e trasmettere alle generazioni future i patrimoni culturali e naturali di tutto il mondo.


Dolomiti, Lago di Molveno.